"ARRENDERSI AL CORPO" è il titolo di un libro di Alexander Lowen, medico, psicoterapeura e padre della Bioenergetica, il testo in cui chiarisce concetti sul suo modo di intendere la vita e che porta grandi temi di riflessione.
Un tempo
eravamo bambini innocenti, liberi e certi che il dono della vita coincidesse
con il dono della felicità...ma, giorno dopo giorno, esperienze e restrizioni
ci hanno "inibiti".
L’inibizione dei nostri impulsi ha provocato il fiorire di tensioni interiori,
per sopravvivere alle quali ci siamo adattati a schemi mentali, a pregiudizi e
ai sensi di colpa. Abbiamo fin da piccoli dovuto imparare l'accondiscendenza
per compiacere agli altri, aderendo alle richieste dell’ambiente familiare ed
esterno, confondendo pian piano il nostro "ben-essere" con quello
altrui nella convinzione che la compiacenza portasse all’amore. Abbiamo
imparato ad identificarci nell'immagine ideale di noi...allontanandoci dai nostri
reali bisogni, dalle nostre reali necessità...allontanandoci dalla nostra "essenza"...e pagando come prezzo la
rinuncia alla vera gioia.
Abbiamo imparato a provare dolore...difficile da accettare e da sopportare...perciò abbiamo iniziato a costruirci delle corazze nell’illusione di non provarlo più.
Ma, come dice Lowen, il dolore è parte dell’esperienza umana e la nostra capacità di tollerarlo è direttamente proporzionale alla nostra capacità di provare gioia...i due opposti si equivalgono...è una legge della psicologia...e i conti tornano.
Vi ricordate il "sabato del Villaggio" di Leopardi? La gioia dell'attesa di un giorno di festa che per un momento offusca le fatiche della vita?
Di fatto noi possiamo accettare la fatica quando sappiamo che arriverà il riposo, la notte perché sappiamo che spunterà il giorno e così potremmo accettare il dolore quando sapremo di nuovo provare la vera gioia, recuperando la nostra innocenza, la capacità di stupirci per le cose semplici, di percepire la vita che scorre nel nostro del corpo, permettendo alle nostre emozioni di riprendere il loro spazio naturale.
Reprimere un sentimento comporta la repressione di tutta una serie di altri sentimenti collegati. Ecco perché Lowen non distingue tra emozioni buone ed emozioni cattive ma piuttosto tra avere o non avere la padronanza delle proprie emozioni.
Bloccare l’espressione corporea di un emozione (es. il pianto o la rabbia) non significa esserne padroni o essere forti... Averne padronanza significa sentire pienamente la carica energetica che proviamo, riconoscerla e scegliere come trasformarla...
La parola "aggressività" significa "andare verso": l'aggressività è una spinta energetica vitale che porta al raggiungimento di uno scopo, all’affermazione di sé, dell’individuo o del suo gruppo di appartenenza...eppure ci è stato insegnato che...è un male.
Il compito educativo dovrebbe essere orientato ad aiutare il bambino nel controllo di questa energia potenzialmente sana, non alla repressione...Un bambino dovrebbe essere messo nelle condizione di poterla esprimere l'aggressività, trasformandola in attività motoria, in arte, in attività vocali, in musica...anche in pianto...Invece i bambini sono sempre più imprigionati...passeggini fino a 5 anni, guinzaglietti...box, barricate, blocchi alle porte...e poi...quanta paura ci fa il pianto di un bambino? Così il pianto assume un connotato negativo...va messo a tacere, represso...e l'aggressività, "l'andare verso" un mondo sconosciuto da esplorare...va contenuta anzichè controllata e indirizzata verso vie sicure.
Purtroppo però, soffocare
un istinto (quello del desiderio di scoperta) e un'emozione (il dolore-il pianto), si traduce nel corpo in tensione muscolare...che nel tempo cronicizza...è
il lato fisico del senso di colpa, perché rappresenta l’ingiunzione dell’io
contro certe emozioni e certe azioni...e pian piano, fin da bambini, tensione dopo tensione, abbiamo concretizzato il nostro atteggiamento corporeo, il nostro modo di vivere il corpo stesso, di muoverlo nello spazio...abbiamo fatto nostra una "postura".
Liberare il corpo dalla tensione significa quindi liberare la postura da "vizi posturali" dovuti alle nostre "inibizioni" e quindi liberarci anche dal senso di colpa.
Lowen considera la rabbia l’emozione che guarisce...ed una persona non può sviluppare la capacità di controllo se non sviluppa la capacità d’espressione.”(Lowen, 1994, 105).
Esprimere
ciò che si prova per la filosofia Bioenergetica è importante: significa
accettare la realtà del presente e del passato, restituendoci il diritto ad
esprimere la nostra tristezza e frustrazione così come la nostra gioia!
Perciò
smettiamola di far crescere i bambini con ricatti, di portare avanti una
scuola dove gli insegnanti non sono educatori ma repressori, dove anzichè
essere motivati, bamini e ragazzi sono continuamente giudicati da un "voto" che
difficilmente arriverà al dieci ma facilmente si avvicinerà allo zero...La
punizione umilia...e l'umiliazione non è la carta vincente per accrescere
l'autostima nelle nuove generazioni, sempre più costrette a spazi chiusi, a
muoversi nelle palestre, a chattare o a parlare attraverso social...è lì che li
stiamo rinchiudendo i nostri figli...in un mondo fittizio.
Quando sono venuti al mondo i nostri figli avevano già il loro talento e la loro mission...ma come li vogliamo noi? Bravi soldatini, tutti ben preparati sullo stesso programma, pronti al sacrificio per amore di genitori e professori, per amore del perbenismo, in nome di una cultura ancora troppo scritta nero su bianco e troppo poco sperimentata... con l'esperienza e la creatività...
Figli miei...se vi ho in qualche modo intrappolato...perdonatemi...nessun genitore è perfetto...Trovare la giusta strada per tornare ad essere liberi e felici, per tornare ad essere se stessi...è faticoso...ma apre la vita ad un nuovo significato e la si assapora come la più golosa delle pietanze! Perchè la vita non va scritta e imparata come fosse un copione...ma va vissuta, sperimentata, goduta, sofferta...perchè è un dono meraviglioso...che implica scelte...non rinunce!
La
differenza fra una scelta e una rinuncia sta nel fatto che la prima è libera
dal senso di colpa! Un giorno di più di duemila anni or sono un uomo morì in croce per liberare l'umanità dal "senso di colpa"...da quel peccato originale che, fattosi cosciente, ci ha tolto la spontaneità e la felicità tipica dei bambini. Non dobbiamo essere come gli altri ci vogliono ma come realmente, nel nostro profondo, noi siamo!
ARRENDIAMOCI...ARRENDIAMOCI AL CORPO non nel senso di lasciarci andare...ma nel senso di riappropriarci della nostra "innocenza", della gioia dello stupore...del piacere...di essere unici e irripetibili! E così impareremo anche a gustare il nostro corpo, i nostri sensi e a godere di nuovo!
Sì...godere...un verbo sempre più scritto, immaginato ma...sempre meno provato!
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